Gli inventori di sogni

Quando Roberto ha proposto di chiamarci “Inventori di sogni”, l’idea mi è piaciuta, anche senza conoscere il libro che porta questo titolo. Quando poi abbiamo avuto modo di conoscere la sua storia e l’autore, l’idea è piaciuta ancora di più.

Per chi non lo sapesse, “L'inventore di sogni” (The Daydreamer) è un romanzo per l'infanzia di Ian McEwan del 1994; narra la storia di Peter Fortune, un ragazzo che ama sognare e ha una grandissima immaginazione. Gli adulti lo considerano erroneamente un ragazzo difficile perché distratto e con la testa altrove.

Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni.

Così pensa Peter, dimostrando quanti sforzi siano necessari a noi adulti per accostarci al magico mondo dei ragazzi. Così pensiamo noi: essere InventoridiSogni significa rileggere i nostri sogni in modo “magico”, come farebbe un bambino, per dare loro vita e gambe.

“Peter finí per convincersi che la sua vita fosse probabilmente soltanto un sogno.”

Certamente allontanare troppo il sogno dalla realtà è pericoloso, specie per noi adulti. Peter ci dimostra però che i sogni possono fornire il coraggio necessario per affrontare le difficoltà della vita. Il nostro protagonista utilizza questo coraggio per esempio per affrontare il prepotente della sua scuola, grazie alla sicurezza guadagnata dopo la vittoria durante lo scontro con il famelico gatto dei vicini.

Così anche noi, proprio come Peter, vorremmo unire la fantasia al coraggio per poter creare delle iniziative che sappiano prendere per mano soprattutto i più piccoli e portarli a scoprire le cose belle che il futuro gli ha preparato.


Image by Jaredd Craig from unsplash

Aprile 2020